Periodico "Unione"

Luglio / Agosto 2016


Quando stare insieme?

Negli incontri di famiglia spesso noi  adulti amiamo fare un po’ di amarcord, allora, come per incanto, ci immergiamo in quel passato che ritorna nella casa della nostra memoria come in un film svolto all’indietro. È la memoria del cuore che, con prepotenza, avvolge anima e corpo di chi si lascia sedurre dalla gioia del “raccontarsi”, lasciando il mondo fuori da sé per ricomporre le fratture e le lacerazioni per le inevitabili cadute nel cammino della vita, per riavvicinare quelle distanze non volute, ma  provocate, probabilmente, da quel pulviscolo che si insinua nelle pieghe del nostro quotidiano. Un viaggio nella memoria non con struggente nostalgia di un tempo felice, di una serenità che appartiene al tempo “antico”, ma gioiosa energia per riappropriarci di quei tratti identitari comuni che inducono a verificare le priorità esistenziali attuali e a ricostruire quei riferimenti valoriali che ci hanno definiti e  che hanno dato spessore e significato alla nostra vita. Posso dire che nella mia famiglia di origine questa esperienza, quando ci incontriamo, continuiamo a viverla: è un rigenerarsi continuo. Anche i nostri figli e i figli dei figli sono presenti e garantisco che sono curiosi, interessati perché  rispolverare ”quella storia” significa arricchire la storia del presente. Non sempre, però,  si riesce a vivere  l’entusiasmante esperienza di fare un viaggio nel  tempo, non sempre si è abituati a raccontarsi  e a raccontare le proprie emozioni, non sempre si ha il tempo di incontrarsi, di fermarsi per gustare il sapore “dell’antico” che ci appartiene. Tutto è veloce attorno a noi, tutti ci muoviamo con fretta, è come se ci affrettassimo per non perdere il treno. Si pensa che correre è vivere: affari, lavoro, famiglia, divertimento, acquisti. Questa folle corsa alla quale abbiamo ridotto la nostra vita, purtroppo,  ci impedisce di fermarci per esaminare i nostri  atteggiamenti, i nostri  valori, di confrontarli, di verificarli con gli altri che condividono o hanno condiviso con noi  momenti di vitavissuta. Si ricorda il passato per vivere meglio il presente. Allora perché non vivere le vacanze come tempo privilegiato per approfondire, dove e quando  è possibile, la comunicazione intra-familiare dove  il passato e il presente s’intrecciano in un flusso di varie sensazioni, dove il nostro essere può liberamente esprimersi  nell’incontro con sé, con gli altri e con Dio.


Concetta Apolito Zecchino
concettaapolito@libero.it




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