Periodico "Unione"

Maggio / Giugno 2017


LE MERAVIGLIE DELLA DANZA

Il nostro corpo è un dono del Signore ma non sempre riusciamo a considerarlo tale, usando nei suoi confronti quelle attenzioni, quella delicatezza, quella sacralità che si riserva alle perle preziose.
Non è forse vero che i doni che riceviamo dagli amici, dai conoscenti non li sciupiamo o gettiamo via, ma li custodiamo con amorevole cura e rispettosa attenzione? Non così con il nostro corpo, purtroppo! Quante atrocità, quanti delitti si compiono sul proprio corpo, quanti giovani lo dissacrano, svendendolo o enfatizzandolo fino a renderlo un’icona prevalente, che s’impone, in maniera preponderante, su tutte le altre caratteristiche della persona umana. Sono stata spinta a fare queste considerazioni quando, qualche giorno fa, ho visto per televisione una bellissima intervista e una delicatissima  performance di Anna Nobile, suora operaia della Santa casa di Nazareth, che, dopo una lunga e sofferta catarsi spirituale, è passata da cubista a ballerina di Dio.
Sì, proprio così: da un corpo che esprime solo sensualità, ad un corpo che diventa anche anima.
La danza diventa per lei ricerca di Dio e quel dualismo atavico tra corpo ed anima viene superato; infatti, queste due parti si uniscono, diventano un tutt’uno, offrendo alla danzatrice la capacità di andare oltre, di andare verso l’eterno e verso l’infinito. Che meraviglia vedere il corpo che, nella delicatezza dei suoi movimenti, esprime al meglio i propri sentimenti! Tutti balliamo, danziamo, muoviamo a ritmo il nostro corpo; balliamo quando siamo tristi, balliamo quando siamo felici, la creatività abita nel corpo di tutti noi e scaturisce attraverso il movimento che diventa linguaggio, unione intrinseca di passioni, di energia vitale, di mente, anima e corpo. Alcuni studi affermano che il bambino, all’interno dell’utero materno, si muove seguendo il ritmo scandito dal battito cardiaco della madre. La danza nasce, quindi, insieme all’uomo, è qualcosa di istintivo, che scorre nelle vene di ogni essere umano dalle sue origini fino ai giorni nostri, da prima di nascere fino alla morte. Quando un corpo umano si mette a danzare, dobbiamo ammetterlo, il suo movimento non è solo fisico, ma esprime contemporaneamente l’appartenenza al cielo e alla terra. Mi piace, allora pensare a Maria non solo come donna dell’attesa, donna del silenzio, donna della croce, donna della Risurrezione, ma anche come donna della danza. Non sono blasfema, ma non riesco a pensare a Maria come donna senza passioni, povera di slanci, priva di calore umano, incapace di quegli struggimenti interiori che esplodono, appunto, nella grazia della danza. Nel Magnificat possiamo averne conferma quando leggiamo : “Il mio spirito esulta in Dio , mio salvatore”. Il Magnificat, Maria, deve averlo cantato danzando! Quando leggiamo in Luca (1,39-56): ”Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel grembo...” secondo alcuni, quel sussulto non è paragonabile agli spostamenti del feto, sperimentato da ogni donna incinta, ma quella “danza” esprime la gioia che scaturisce dall’incontro salvifico con il Signore, che Giovanni percepisce nel grembo materno. Meraviglia e sublimazione della danza! Dio, in Gesù, si dona con il corpo con un movimento verso l’altro, verso di noi, ed allora se Dio danza, perché non dare lode a Dio danzando?


Concetta Apolito Zecchino
concettaapolito@libero.it




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