Luglio / Agosto 2017
LA MEMORIA DEL CUORE
Ho dato a quest’articolo il titolo di un film che racconta di una coppia di novelli sposi che subisce un incidente stradale. Mentre il marito ne esce illeso, la moglie, dopo essersi svegliata dal coma per trauma cranico, perde la memoria del suo matrimonio e degli anni vissuti con il marito. L’aspetto molto interessante ed esaltante del film è che il marito cercherà di farla innamorare di lui una seconda volta, malgrado la pressione dei genitori di lei che vorrebbero che ritornasse alla vita precedente al matrimonio.
In questa storia, tratta liberamente da una storia vera, emerge il profondo e faticoso percorso di fede e di amore, attraverso il quale la memoria del cuore riabilita emozioni, immagini, luoghi, colori, parole sussurrate le voci familiari. La mente dimentica, mentre lo spazio sacro del cuore è una dimensione senza tempo della coscienza. Medici esperti affermano, infatti, che tutto ciò che si è vissuto, anche se si dovesse perdere la memoria, ti rimane dentro, tutto. È dentro di noi e, magari,
basta un flash che sbuca fuori quando meno te lo aspetti. Basta un gesto, un ricordo, una canzone, un tono di voce, un motivetto cantato per strada da un bambino, un accessorio indossato da un passante, un regalo di una persona che non c’è più e subito riaffiora lì davanti ai tuoi occhi quella sensazione di immenso che non sai spiegarti.
Mi piace definire luoghi del cuore quelle sensazioni, quelle emozioni che, come in un andante musicale, procedono tra note di affetti di vincoli saldi della famiglia nucleare, di risate sfrenate tra amici, di brezza marina, di balconi socchiusi per filtrare i raggi del sole della calura estiva, di abbracci che ricompongono l’amore delle persone, pur davanti alle tragedie del mondo.
Ma occorre fermarsi, occorre tempo e quiete, occorre soffermarsi sulle cose per far sì che la memoria del cuore abbia il tempo di manifestarsi. Oggi esterniamo le nostre emozioni attraverso quelle “faccine” che riempiono i nostri messaggi, tutto veloce e immediato, ma dove sono i colori, i sapori, la musicalità delle relazioni che hanno fatto di noi quello che siamo e che costituiscono quel vissuto dove abbiamo lasciato un pezzo di noi? Così rischiamo di perdere la memoria di chi siamo e dove andiamo, saremo voraci di novità ma poveri di ricordi.
Desidero condividere un’esperienza familiare che stiamo facendo proprio perché non si perda la memoria del cuore. Uno dei miei fratelli, antropologo, ha lanciato quasi una sfida a fare memoria, nel nostro gruppo familiare, presentando, via via, delle parole o delle espressioni dei nonni e di tutti coloro che fanno parte della nostra storia di famiglia.
Ebbene, tutti, nipoti, pronipoti hanno messo in moto una serie di ricordi, di emozioni, di sensazioni, di vissuti che non appartengono solo alla sfera cerebrale, ma che sono determinati dal cuore.
La memoria del cuore, come un miracolo, riesce a recepire spazio e tempo, e a cogliere ogni esperienza passata nella sua completezza, senza l’aiuto di processi ragionati e questo “viaggio” nel tempo, vi garantisco, regala grandi ricordi ed intense emozioni.
Papa Francesco, nell’omelia della solennità del Corpus Domini ha sottolineato più volte l’importanza del Ricordare: “La memoria è importante perché ci permette di rimanere nell’amore, di ri-cordare, cioè di portare nel cuore, di non dimenticare. Infatti, il memoriale eucaristico non è una memoria astratta, fredda e nozionistica, ma la memoria vivente e consolante dell’amore di Dio.
In questo periodo di vacanze aiutiamo il nostro cuore a far emergere “quella memoria” che la ragione non riesce a comprendere.
SERENE VACANZE CON LA MEMORIA DEL CUORE!