Periodico "Unione"

Maggio / Giugno 2015


EDUCARE ALLA BELLEZZA

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura, l'omertà… bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l'abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.

Esaltante questo elogio alla bellezza del giovane giornalista e scrittore palermitano, ucciso dalla mafia, in un finto incidente, il 9 maggio del 1978, tanto da fargli dire che “l'educazione alla bellezza è meglio dell'antimafia”.

Ma si può, oggi, educare alla bellezza in un mondo che non la conosce più? Se ci lasciamo “imbambolare” dalle continue provocazioni dei messaggi pubblicitari che spostano l'attenzione sul benessere del corpo (“Belli fuori , perché puliti dentro“), ci risulterà alquanto difficile o improponibile pensare alla possibilità di recuperare il valore educativo della bellezza.

La bellezza è tutto ciò che ci circonda. Bellezza è ciò che di bello c'è in noi quando siamo positivi e propositivi nelle relazioni, nelle esperienze, nei sogni, nelle attese, nei desideri, benché incerti o parziali.

Che bello potersi ancora emozionare e restare affascinati dall'innocenza di un bimbo, dalla grandezza di un tramonto sul mare, di un cielo stellato, o dalla maestosità di una scultura di marmo, nell'ascoltare le sinfonie di Chopin, di Beethoven!

Don Bosco fu educato alla bellezza dalla sua mamma: Quante cose belle ha fatto il Signore per noi!

Educhiamo i nostri occhi, il nostro cuore alla Bellezza: è nostra la responsabilità di ridare bellezza al mondo.


Concetta Apolito Zecchino
concettaapolito@libero.it




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