Luglio / Agosto 2018
Convegno "Conoscere per esserci, esserci per fare"
#Protagonisti per la pace!
La Rete è il nostro mondo, non è un altro mondo. L’hashtag sta a significare, a puntualizzare un lancio, una frase, un impegno. “Protagonisti per la Pace” è stato pensato come titolo per il nostro primo Convegno nazionale, ora vogliamo sceglierlo come cammino di vita, affinché non rimanga relegato solo nell’arco del nostro incontro, ma che diventi qualche cosa di vivo per ciascuno di noi.
Sono tante le cose che sono state dette dai tanti relatori, abbiamo provato a sintetizzarle ma non rappresentano un documento finale, sono una proposta per iniziare il cammino comune.
La pace annunciata dal messaggio evangelico comprende tutti i valori necessari alla persona per raggiungere la gioia. “Gioia, felicità, non avere paura…”, come è emerso dall’intervento di Suor Maria Grazia Caputo, quando con il sorriso ha detto: “io non ho paura!”. Ecco le exallieve e gli exallievi si impegnano a non aver paura, mai.
Siamo in un tempo in cui la paura domina le nostre anime. Quante persone incontriamo che hanno paura. E questa paura, a volte, fa compiere gesti duri contro l’uomo. E, allora, sentire che qualcuno apertamente dice “io non ho paura” e spiega perché non ha paura diventa un patrimonio di ricchezza per ciascuno di noi che possiamo trasmettere a chi ci sta accanto.
Facciamo nostro il titolo dell’intervento del sociologo don Luigi Berzano: “La pace non è un’utopia”. Ricordiamocelo sempre, soprattutto quando ci sembra che la pace sia troppo lontana, che sia appunto solo un’utopia. Invece, le sue parole ci hanno dimostrato che la pace non è così.
Ci impegniamo ad adottare uno stile di vita improntato alle buone pratiche, al dialogo e al sapere. Enrica Giordano, della Scuola di Pace, ci ha suggerito alcune buone pratiche, ma sono solo alcune. Ognuno deve trovarle nella propria esistenza.
Seguendo l’indicazione che ha fornito Suor Caputo: credere nel confronto e nel chiedere aiuto quando non si conosce. Siamo in una società dove tutti sanno tutto, tutti insegnano tutto. E invece, a volte, bisogna dire: “io non so”. E lei ci ha insegnato che contiamo noi ma, se non sappiamo, dobbiamo andare ad imparare e che si possono formare i giovani soltanto se prima ci siamo formati.
Pace non è assenza di guerra. Abbiamo parlato di tutti i conflitti, ce ne sono tantissimi. Lo stesso Berzano, nella sua relazione, ci ha raccontato quanti sono e i numeri sono impressionanti. Ma la pace non è soltanto assenza di bombe e violenza.
La pace non si ottiene con un trattato, così come l’amore non si conquista con un decreto.
È bello questo abbinamento.
Sappiamo che le parole possono essere pietre e noi vogliamo usarle per costruire ponti.
Ci impegniamo a coltivare relazioni.
Ogni giorno cercheremo la pace dentro di noi. Perché un cuore che non è in pace difficilmente riesce poi a compiere azioni di pace, soprattutto ad ascoltare.
Seguendo le indicazioni di Don Bosco ci impegniamo a testimoniare l’importanza di una educazione per tutti e della formazione alla cittadinanza.
Mettere i giovani al centro vuol dire prima di tutto ascoltarli.
E poi il “fare”, come rimarca il titolo del Convegno. Pensiamo alla pace e coniughiamo le due cose: conoscere noi stessi e impegno nel quotidiano.
Ad Assisi Giovanni Paolo II convocò i Rappresentanti delle religioni per parlare di pace, dopo un mese inviò a tutti i Capi di Stato e di Governo un decalogo con impegni precisi. Sono passati sedici anni, e ancora da Assisi le exallieve e gli exallievi scelgono di aderire a questo decalogo, con la promessa di
- CI IMPEGNIAMO ad educare le persone al rispetto e alla stima reciproca, affinché si possa giungere ad una coesistenza pacifica e solidale tra i membri d'etnie, culture e religioni diverse. Seguendo gli insegnamenti di Don Bosco.
- CI IMPEGNIAMO a fare tutto il possibile per sradicare le cause del terrorismo. Proclamiamo la nostra ferma convinzione che violenza e terrorismo si oppongono al vero spirito religioso. Non avremo timore a denunciare le azioni che vanno contro questo pensiero.
- CI IMPEGNIAMO a promuovere la cultura del dialogo, in modo da sviluppare la comprensione e la fiducia reciproche tra gli individui e tra i popoli, perché queste sono le condizioni di una pace autentica.
- CI IMPEGNIAMO a difendere il diritto di ogni persona umana a condurre una esistenza degna, conforme alla sua identità culturale e a fondare liberamente una propria famiglia. Offriremo dignità agli uomini e donne che bussano alla nostra porta in cerca di aiuto.
- CI IMPEGNIAMO a dialogare con sincerità e pazienza, non considerando come un muro invalicabile ciò che ci separa ma, al contrario, riconoscendo che il confronto con la diversità degli altri può divenire occasione di una maggiore comprensione reciproca.
- CI IMPEGNIAMO a perdonarci reciprocamente gli errori e i pregiudizi passati e presenti e sostenerci nello sforzo comune per vincere l'egoismo e l'abuso, l'odio e la violenza e per imparare dal passato che la pace senza giustizia non è una pace vera.
- CI IMPEGNIAMO ad essere dalla parte di coloro che soffrono la miseria e l'abbandono facendoci voce dei senza voce e lavorando concretamente per superare tali situazioni, convinti che nessuno può essere felice da solo. Come ciascuno non può demandare ad altri il proprio impegno
- CI IMPEGNIAMO a far nostro il grido di chi non si rassegna alla violenza e al male e desideriamo contribuire con tutte le nostre forze a dare all'umanità del nostro tempo una reale speranza di giustizia e di pace.
- CI IMPEGNIAMO ad incoraggiare ogni iniziativa per l'amicizia tra i popoli, convinti che se manca una solida intesa tra i popoli, il progresso tecnologico espone il mondo a dei rischi crescenti di distruzione e di morte.
- CI IMPEGNIAMO a chiedere ai responsabili delle nazioni di fare tutti gli sforzi possibili perché, a livello nazionale e internazionale, sia costruito e consolidato un mondo di solidarietà e di pace fondata sulla giustizia.
Maria Maghini
Presidente Confederale